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    In Canoa da Verona a Venezia

Da: "Mauro Favazza"

Data: venerdì 12 giugno 2009 10.39

 

Partiti venerdì mattina intorno alle 11 da Zevio con bel tempo e corrente superiore alla media stagionale, Renzo, Ruggero, Paolo,Piero, Sergio,Vanni e Mauro si sono imbarcati per una avvventura fuori del ...comune.

 Infatti una previsione di discesa di cinque giorni da terminare alla foce dell'Adige, ma accelerata dalla foga e dalla corrente,ci ha portati a visitare belle e tranquille sonnacchiose parrocchie e comuni della bassa padana.

Infine dopo il porto industriale alle spalle della Romea in direzione Sottomatina, gli inevitabili salti sulle onde mosse in laguna da traghetti trainanti navi di decine di migliaia di tonnellate, siamo arrivati alle spalle del Mose, il sistema di sbarramenti mobili studiato per evitare la fine di Venezia sotto l'impeto costante delle ondate e delle maree.

Un ristoro di eccellente bellezza rintracciato da Paolo nel momento dell'arrivo a Cavanelle, fine Adige  per la nostra discesa.

Un ex convento ed ex colonia estiva dove siamo stati accolti come amici di vecchia data e liberi di muoverci a nostro piacimento.

Con alle spalle un punto eccezionale di osservazione della Lipu, un bosco completamente selvaggio che termina in una spiaggia dalla quale vengono rimossi solo i detriti di origine umana quali plastiche, vetri, boe.

Un giorno di meritato relax ha premiato il gruppo via via più affiatato che era arrivato con un giorno e mezzo di anticipo.

 E come in un rito delle antiche popolazioni venete che dal 1000 a.C. abitavano queste zone, ogni sera si svolgeva il rito del rimessaggio canoe sull'argine con la costruzione tende per il pernottamento.

Il tutto con il rispetto per la natura e per il Fiume Adige appunto tipica di altri tempi, e con la raccolta via fiume di molte componenti inquinanti la superficie della nostra meravigliosa e trascurata via d'acqua.

Grazie ragazzi dai 35 ai 75 anni che avete saputo realizzare e realizzarvi questo viaggio.

Per la visione delle foto, molte, rimandiamo ad una prossima cena del SASS.

 

 Mauro Favazza.